12 giorni in Scozia, Glasgow ~ la bellezza dove non te l’aspetti

~ itinerario di 12 giorni in Scozia: day 1 & 2 ~

 

La Cattedrale di San Mungo e l’antica necropoli di Glasgow

 

 

La Scozia è un Paese di cui ti rimane impressa la natura selvaggia, la bellezza di un verde sconfinato che
inghiotte tutto, cielo e terra, un verde che si getta nel mare e sparisce a tratti inghiottito dai fiordi dei loch, dalle nuvole grige di un tempo ballerino.
Ti rimangono impresse le persone, gentili più che in qualsiasi altro luogo io abbia mai visitato in
Europa.
E i castelli, uno per ogni abitante (ho fatto solo un calcolo approssimativo sia chiaro, magari sono anche
due a testa), eretti a perenne memoria di valore e coraggio. E anche loro, le pecore, che sembrano aver colonizzato ogni prato brucabile.
Mi sono sentita chiedere da più di uno scozzese cosa avesse spinto un’italiana fin lì. Ed il perché, in realtà, è prima un
desiderio di ignoto e avventura, di fascino per ciò che è diverso per storia, paesaggi e che piano piano ha lasciato spazio a un amore sconfinato per i luoghi e gli abitanti di queste terre del nord, verdi e maestose…

Partiamo da Milano in tre, determinati e futuri scarpinatori esaltati: la sottoscritta, Andrea (altrimenti
detto il ragazzo della sottoscritta) e Beatrice (carissima amica di entrambi), in quello che sarà un viaggio zaino in spalla pieno di avventura, meraviglia e qualche imprevisto affrontato egregiamente (dopo momenti di panico agghiacciante).
Arrivati a Glasgow Prestwick nel tardo pomeriggio, raccattiamo le valigie e ci dirigiamo alla
stazione per raggiungere il centro città.
Guardiamo fuori il paesaggio scorrere, quattro ciuffi di verde che le cittadine intorno a Glasgow si impegnano ad offrire, e ancora dilettanti riguardo alle intense sfumature che questo colore può raggiungere in Scozia, già gongoliamo.
La stazione di Glasgow (sarà deviazione da fan probabilmente) mi ricorda un po’ Diagon Alley per via dei negozi in legno scuro e lucido, le scritte dorate e ricciute  che fanno pensare a un’epoca passata ed elegante.
La parte in legno della stazione di Glasgow


Ci lanciamo alla ricerca della metro, fuori scende una lieve pioggerellina (sarà fortunatamente uno dei pochissimi giorni in cui la pioggia farà la sua comparsa) e trovato il cartello scendiamo in fretta in quella che è una piccola metro circolare e arancione dalle gallerie antiche e sorprendentemente strette.

 
Raggiunta la nostra fermata, infelici trascinatori di valigie, ma soprattutto incerti su quale sia la direzione giusta, veniamo avvicinati da una signora che avendoci visti palesemente spaesati, ci domanda se abbiamo bisogno di aiuto (ed ecco che la squadra della “gentilezza scozzese” porta a casa il primo punto in suo favore, in una partita in cui si gioca al rialzo, ma di bontà nei nostri confronti, che ci accompagnerà per tutto il viaggio), intercetta addirittura un altro passante, che a sua volta ne acchiappa un altro per cercare di capire dove sia la famigerata Bank St in cui si trova il nostro ostello, in quello che pare essere un convegno sull’urbanistica di Glasgow giungono alla conclusione che dobbiamo procedere dritti e poi girare a sinistra.
 
Arrivati di fronte all’ostello notiamo che non c’è neanche un’insegna, questo avrebbe già dovuto far presagire imminenti sciagure, ma giovani e spensierati come siamo suoniamo allegramente il campanello.
Da dentro non giungono segni di vita e suono una seconda volta. Ancora non ottengo risposte e Andrea decide così di fare il giro per guardare dalla finestra ed esclamare poi ridendo “Ma qua non c’è nessuno, dentro è tutto distrutto”.
Al ché penso stia scherzando, perché è davvero solito fare simili uscite e cercare di spacciarle per vere, faccio il giro anche io e…
ahah…
ahahahah…
AHAHAHAH …
dentro è tutto distrutto sul serio.
 
Avvistiamo dall’altro lato della strada una guesthouse (sfortunatamente con un bel cartello no vacancy appeso) e suoniamo in cerca di spiegazioni. La proprietaria ci informa che l’ostello è fallito due mesi fa, e mentalmente ringrazio di aver pagato solo l’acconto di 7 £, il vero problema è che ora siamo senza un posto dove dormire.
Torniamo allora sulla strada principale, ma di hotel neanche l’ombra, già convinti di doverci accampare sotto un ponte fermiamo una coppia, entrambi incominciano a smanettare con l’iphone (secondo punto per la squadra scozzese segnato con estrema nonchalance) e ci danno i nomi di alcuni hotel lungo la strada.
Stanchi e infreddoliti, dato che ormai sono quasi le 10 di sera, troviamo il Clifton Hotel: hanno ancora una camera e anche se il prezzo è ovviamente molto più alto rispetto all’ostello, siamo così sollevati che paghiamo volentieri. Siccome il giorno dopo non ci sono camere libere, la proprietaria del Clifton chiama addiruttura quella del Kelvin Hotel (a pochi metri di distanza dal Clifton) e ci prenota una camera (gentilezza scozzese, ti saremo eternamente grati).
La camera è quella più spaziosa dell’hotel, letti grandi, bagno privato, intarsi sui muri e sui soffitti, il servizio da tè con bollitore in camera e il top: un caminetto elettrico con fiamme finte che ovviamente abbiamo acceso, a cui mi sono avvinghiata e che è diventato l’oggetto del mio amore, mio magnanimo salvatore, generoso donatore di calore, colui che illumina le mie notti. Separarci è stato un trauma.  
Buchanan Street e l’edificio di Princess Square decorato di foglie nere

 

 

 

 

La mattina scozzese dona ci motivi per cui essere felici e alzarsi con un sorriso a trentadue denti, ad esempio il fatto che nel costo dell’hotel è compresa la colazione inglese.
Decisi ad approfittarne mangiamo abbondantemente (leggere tra le righe: come maiali). Salsiccia, bacon, uova, funghi, pomodori, fagioli, toast con marmellata e l’immancabile tè English Breakfast: il mio stomaco balla la samba per la felicità.

Rifocillati ci dirigiamo alla metro, la direzione questa volta è il centro (fermata St Enoch). Glasgow ha una ricca storia mercantile ed è in effetti tutt’oggi la “capitale” economica e finanziaria della Scozia, pare inflessibile e categorica con i suoi edifici rigorosi e massicci.
E’ una città di pietra, dura e spigolosa, ma che sorprende per i dettagli vividi e colorati che spuntano di tanto in tanto, per qualche meraviglia inattesa.
Miracolo moderno dunque ma allo stesso tempo scrigno di tesori antichi, conserva alcune
meraviglie
che seconde me vale davvero la pena visitare. Per non parlare della quantità adorabile di negozi: se siete amanti dello shopping troverete molte catene, come Primark o Forever21, che in Italia non ci sono.
Percorriamo Buchanan St, una via con numerosi negozi e incontriamo la famosa Willow Tearoom (la sorella si trova in Sauchiehall St), famosa perché progettata dall’architetto Charles Rennie Mackintosh e aperta agli inizi del 1900. Decidiamo di non entrare, con in mente l’idea di sperimentare l’ebbrezza di una tearoom ad Edimburgo, dove ho già adocchiato alcuni posti carinissimi.
Giriamo in Royal Bank Pl per entrare nell’antica piazza del cambio, il trionfo delle linee rette e del grigio antracite, in palazzi squadrati di blocchi di pietra massiccia. 
 
 

 

 

Proseguiamo lungo Trongate, via che si trova sempre all’interno della Merchant City, il
nucleo originario e medievale della città.
Colpiscono gli edifici antichi, con i loro mattoni che assumono le sfumature della terra: arancio, sabbia, beige, senape. I ghirigori color oro che volteggiano attorno alle finestre, i tetti che diventano piccole torri dal profilo a scalini.
Spuntano i colori in questa città di pietra, e il grigio lascia spazio a un campanile color mandarino.
I negozi al di sotto, che si discostano dal neutro mattone, si laccano di nero lucido, di blu accesso, di azzurro pavone.

 

 

Risalendo High St e poi Castle St ci avventuriamo nello spiazzo chiuso da una lato dalla Provand’s Lordshipla casa più antica di Glasgow, e dall’altro dalla magnifica Cattedrale.
Entrambe fanno parte di quel ristretto gruppo di edifici medievali sopravvissuti al tempo e all’urgenza di sostituire il vecchio con il nuovo.
Della prima scopro il piccolo giardino di erbe profumate e l’altrettanto piccolo labirinto di siepi basse, il profilo seghettato che si innalza verso il cielo, i mattoncini spaiati: nero carbone, bianco, arancio, beige.

 

Qualche passo più in là e si è già sotto l’ombra della cattedrale, nella piazza in cui i lampioni recano lo stemma di Glasgow: un pesce sormontato da un albero, su cui è appesa una campana e su cui si poggia un uccellino.

 

Il piccolo labirinto della Provand’s Lordship

 

La Cattedrale di San Mungo, esempio meraviglioso di architettura gotica, e la necropoli che la accompagna sono tra le zone di Glasgow più belle e che più ho apprezzato.
Le mura nere e minacciose nascondono vetrate arcobaleno, mosaici di vetri colorati che diffondono una luce serena nel buio soffuso tipico delle chiese medievali.
Alle sue spalle la necropoli si arrampica su per la collina, tra curve di ghiaia e erba verde acceso che la ammantano fino alla sommità, tra piccole chiese, croci celtiche e tombe antiche di ricchi mercanti e industriali.
Ed è bello in qualche modo il concetto di cimitero che hanno qui, pace e natura, un’atmosfera rilassata, niente cupezza ma solo una meravigliosa vista che si apre sulla città.

 

 

 

 

Un’altra zona affascinante è quella della fermata Hillhead: il pittoresco West End, un quartiere pieno di piccoli locali, sede del Botanic Garden, dell’Università di Glasgow e della Kelvingrove
Art Gallery
.
Lungo il cammino incrociamo la particolarissima Oran Mor, una chiesa sconsacrata adibita ora a pub e ristorante, i cui muri interni sono ricoperti di murales variopinti, l’ingresso protetto da enormi leoni gialli fatti di pittura.
Proseguendo si raggiunge il Botanic Garden, l’entrata è gratuita e il giardino é davvero molto
bello. Una visita veloce e rilassante tra grosse serre bianche in stile liberty, dal deserto alla foresta pluviale, attraverso i vari ambienti naturali fino agli immensi prati esterni.

 

 

 

Poco più in la si costeggia la Kelvingrove Art Gallery e subito accanto, in una distesa verde circondata da un muretto basso, nonni e nipoti giocano a bocce su prato, un quadretto di quotidianità scozzese lontano anni luce dagli spigolosi edifici grigio fumo del centro.
La strada continua, curva, si arrampica lungo una collina, in cima si estende l’Università di Glasgow.
Tra le più antiche università del mondo e tra le più prestigiose del Regno Unito sembra uscita direttamente da un film di Harry Potter: le torri, i mattoni sbiaditi. le arcate, le finestre gotiche, tutto sembra dire “Benvenuti a Hogwarts”.
Un tantino di depressione a
vederla viene anche, perché so con assoluta certezza, che neanche tra mille milioni di anni potrò
avere una sede così bella, no nemmeno se prego. Se l’avessi veramente penso mi alzerei felice la mattina solo per stare a fissare l’edificio, altro che andare a lezione. E se potessi dare esami e studiare tra le sue mura credo che mi sentirei ricolma di sapere, così, giusto perché un edificio del genere non può trasmettere ignoranza, anche solo per osmosi un pò di sale in zucca ti entra per forza.

 

 

 

Sì, anche le panchine dell’università sono delle opere d’arte. Me ne faccio una ragione

Decisamente stanchi torniamo in Buchanan St, dove i negozi attendono me e Bea, improvvisamente di nuovo proprietarie di immani energie ci prepariamo per lo shopping. Mentre Andrea (in modalità santo) si siede su una panchina e ci lascia fare, noi ci addentriamo nei meandri di Forever 21: quattro enormi piani di puro giubilo.
Novelle proprietarie di capi d’abbigliamento, recuperiamo Andrea e sulla strada verso il Kelvin Hotel ci fermiamo da Subway per una panino di dimensioni bibliche con dentro “tutto quello che ci sta e anche di più” così da concludere degnamente la giornata.
La bellissima statua alla stazione degli autobus di Glasgow, la Buchanan Bus Station. Rappresenta due giovani innamorati che si rincontrano dopo tanto tempo. Il titolo della statua è “winching” che nello slang locale significa “baciare/corteggiare”
*Prima di concludere volevo lasciarvi alcune informazioni utili*
 
Hotel 
Mi sento di consigliare entrambi gli hotel in cui ho pernottato, hanno stanze meravigliose e colazione inglese inclusa, molto comodi anche perché vicini alla fermata della metro. Noi abbiamo pagato 30 £ a testa per notte. 
 
Biglietti
il biglietto dall’aeroporto al centro viene fatto sul treno stesso. Il costo è di 7.90 £ ma mostrando il vostro biglietto aereo avete una riduzione del 50%
il giornaliero della metro costa 4 £ e permette di prendere la metro quante volte si vuole
 
Per spostarsi da una città all’altra 
Noi abbiamo acquistato con 93 £ un Citylink Explorer Pass, che si è rivelato davvero utile e comodo: innanzitutto non c’è la preoccupazione di dover guidare al contrario, di controllare la strada o spendere soldi per il carburante (e già in generale affittare una macchina costa davvero troppo).
Abbiamo acquistato il Pass che permette di viaggiare 8 giorni a scelta su 16 giorni (questo vuol dire che se si sta fermi in una città verranno comunque contati solo i giorni in cui si è preso effettivamente un autobus e non anche quelli in cui si è stati fermi). 
Questo Pass permette di prendere tutti i bus Citylink (quelli che fanno i collegamenti tra le grandi città scozzesi) per quante volte si vuole durante la giornata. Dà inoltre una serie di sconti aggiuntivi su varie attività o comprende altri mezzi di trasporto gratuiti (noi abbiamo praticamente sempre usato i Citylink o servizi collegati non aggiungendo così ulteriori spese)
 
E’ molto comodo anche perché in ogni grande stazione c’è sempre un ufficio Citylink che può darvi informazioni su come raggiungere determinati luoghi e se la determinata tratta esiste con i loro bus (sempre per la questione di non aggiungere spese prendendo i bus di altre compagnie), indicarvi gli orari e soprattutto stamparveli, prenotarvi il posto sulle tratte più frequentate (consiglio per sicurezza di prenotare il posto sempre, tanto è gratuito e almeno siete tranquilli). 
Inoltre è molto probabile che i bus siano disposti a fare o facciano di loro fermate intermedie oltre ai due capolinea, quindi chiedete sempre bene all’ufficio citylink e all’autista. 
 
Lo potete acquistare qui su internet → Citylink Explorer Pass
(altrimenti una volta alla stazione dei bus di Glasgow o Edimburgo)

Per scoprire di più sull’itinerario di 12 giorni in giro per la Scozia *:. o(≧ ▽ ≦)o .:*
Edimburgo ~ day 3,4,5 

Cosa ne pensate di questo primo giorno a Glasgow? (*^ ^)
Se questo post vi è piaciuto fatemelo sapere nei commenti e lasciate un LIKE su:

 

★ FACEBOOK

 
Ci vediamo alla Prossima Fermata gente ⊂(。・ω・。)⊃ !!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *