Sono le 10 di mattina e fa caldissimo.
Avete presente quando vi avvertono riguardo qualcosa e voi rispondete: “Ma sì, che vuoi che sia”. Ecco, prima di partire mi avevano detto che faceva caldo e io spavaldamente avevo pensato il fatidico: “Ma sì, abito nella Pianura Padana, l’afa d’estate è la norma, certamente potrò sopportarlo”.
Il problema è che la parola italiana caldo non rende minimamente l’idea dell’afa giapponese. Io e Isa siamo un pelo in ritardo all’appuntamento con Miryam e corriamo verso la stazione di Nippori, seriamente se posassi un uovo sull’asfalto me lo ritroverei sodo.