Elogio ai luoghi d’ombra del Giappone, quelli dove la polvere si accumula, l’erba non è tagliata, dove i boschi sono così fitti da sembrare lingue nere su cui sono stinti carbone di zucchero e liquirizia. Là dove il sudiciume del tempo dona una patina piena di vita e valore, e a rinnovarne la bellezza non sarebbe di certo una mano fresca di bianco, ma piuttosto l’ombra degli anfratti, il rimescolio dello sporco.
Elogio a quei luoghi opachi, quelli che lustrandoli si sottrarrebbe invece che aggiungere, neri come lacche di un’altra epoca, pastosi come la carta giapponese, guardati con occhio giusto, con la corretta inclinazione, seppur neri, si rivelano capaci di riflettere il più microscopico frammento di luce. Sono il tremolio ipnotico di una fiammella la notte. Un arcobaleno notturno di toni di buio, in un certo senso inafferrabili, accesi e spenti, accesi e spenti, ma forse proprio per questo capaci di un’estrema fascinazione.
Quei luoghi pieni di impronte di mani sudate e aloni di respiri, tanto più belli perché toccati da infinite dita e vissuti da infiniti corpi.
Invece che lindi meglio sporchi di storia, preservati così con la massima cura, che nell’ombra, nel non rivelarsi al mondo esterno, a me sembrano comunque luccicare.
Lontano dalle troppe folle di Kyoto città è in questa maniera Kayabuki no sato, un piccolo villaggio, un angolino di Giappone tradizionale dalla bellezza commovente. Rimasto così com’era 250 anni fa, tutt’ora (a differenza di molti luoghi simili) però abitato. Solo boschi per chilometri, i cellulari senza campo, a malapena l’elettricità, è complicato arrivarci, ci si deve voler arrivare, ci si deve voler immergere nel lontano entroterra di Kyoto, un vero elogio ad ogni sfumatura d’ombra giapponese.
“Ma perché poi piace tanto, a noi Orientali, la bellezza che nasce dall’ombra? Anche gli Occidentali sono vissuti per secoli senza elettricità, senza gas, senza petrolio. Non credo, però, che abbiano mai amato l’ombra come noi. Nelle stanze in cui abitano illuminano ogni anfratto, e imbiancano pareti e soffitti. V’è, forse, in noi Orientali, un’inclinazione ad accettare i limiti, e le circostanze, della vita. Ci rassegniamo all’ombra, così com’è, e senza repulsione. La luce è fievole? Lasciamo che le tenebre ci inghiottano, e scopriamo in loro una beltà.”
scriveva Tanizaki.
E allora posso davvero immaginarmeli vivere qui, circondati dalla sicurezza di oggetti bruniti, legno consunto, negli interni di una casa tradizionale che scricchiola, la luce che filtra da vetri satinati, il pulviscolo immobile nell’aria, le orme di polpastrelli unti e i depositi delle stagioni passate. E’ il senso della penombra, della vastità del tempo nel quotidiano che finisce col dare, e darmi, una coperta di pace profonda in cui rintanarmi.
Kayabuki no Sato è semplicemente bellissimo. Le sue casette tono su tono con la natura, lo sfondo interamente ricoperto dal bosco, mi sembra una cartolina, un quadro di un’altra epoca, un film di quelli muti. Potete sentire il silenzio? Se tendo l’orecchio c’è solo il fiume Yura che cantilena poco distante, di tanto in tanto il clacson del piccolo bus rattoppato che collega i minuscoli villaggi dispersi nell’area.
Kayabuki no Sato si trova nella zona di Miyama, un’area remota e rurale a 30km a nord di Kyoto, tra montagne e boschi fittissimi. Anticamente sorgeva lungo la strada che collegava Kyoto al mare più a nord, fungendo da luogo di passaggio e ristoro.
Oggi a renderlo tanto particolare ci sono le 40 fattorie dai tradizionali tetti di paglia (detti appunto kayabuki) preservate nelle loro fattezze e nel loro fascino d’ombra, ad accogliere i pochi turisti che giungono fin qui. Tra le poche case aperte al pubblico troverete un Minshuku (una sorta di hotel tradizionale giapponese) in cui poter pernottare e poter quindi apprezzare appieno e in tranquillità l’atmosfera unica del luogo.
COME ARRIVARE A KAYABUKI NO SATO?
Parto dicendo che se non si ha la macchina bisogna davvero voler arrivare a Kayabuki no Sato, quindi se siete senza contate di dedicarci quasi un’intera giornata (partendo la mattina presto e tornando a Kyoto nel tardo pomeriggio).
I collegamenti sono una volta al giorno e richiedono tempo, a questo si è aggiunta nel mio caso la quasi totale assenza di informazioni su come arrivarci o la presenza di informazioni frammentarie e imprecise (mi sono avviata verso Kayabuki no Sato un po’ all’avventura insomma).
Prima di tutto: arrivate alla Stazione di Sonobe (la si raggiunge da Kyoto con la San-In Line). Da Sonobe potete prendere l’Excursion Bus della compagnia Keihan. Il bus parte alle 10.30 dalla Stazione di Sonobe con arrivo a Kayabuki no Sato alle 11.20.
Il biglietto andata-ritorno costa 2000yen e il posto DEVE essere prenotato (siccome non c’era scritto da nessuna parte io sono andata senza prenotazione, per fortuna i posti non erano esauriti e hanno potuto vendermi il biglietto sul momento… ma voi siate più saggi, non affidatevi alla sorte ora che lo sappiamo). Potete prenotare tramite il sito della Keihan > https://secure.j-bus.co.jp/Keihanen/keihantop.htm
Il bus riparte poi poi alle 14.25 da Kayabuki no Sato, per tornare a Sonobe. Vi verranno comunque fornite dall’autista le informazioni sulle varie ripartenze (visto che è un’escursione organizzata dalla compagnia).
Ti piacerebbe visitare un luogo così particolare come Kayabuki no Sato? 😀 fammi sapere cosa ne pensi nei commenti!
Se le mie avventure alla scoperta del Giappone ti piacciono puoi trovarmi quotidianamente su:
Ci vediamo alla Prossima Fermata 😀
8 Giugno 2018
Sembra che il silenzio filtri dalle foto e dal tuo racconto. Sembra davvero uno di quei luoghi fuori dalla realtà che permettono di immergersi nella tranquillità delle foreste e lasciarsi alle spalle le angosce della vita quotidiana. Me ne ricorderò durante il prossimo viaggio dalle parti di Kyoto.
8 Giugno 2018
Sono davvero felice si percepisca, è un luogo speciale e speravo di potergli rendere giustizia. Mi sono ritrovata a passeggiare da sola, in un luogo che sembra fuori dal tempo, che quiete <3
Assolutamente 😉 se puoi aggiungilo!!
8 Giugno 2018
Partirò in Giappone il prossimo settembre e dopo il cammino del Kumano Kodo visiterò le città di Kyoto e Osaka, chissà se troverò uno spazietto per spostarmi fino a questo incredibile luogo magico, senza dubbio affascinante. Intanto salvo le tue indicazioni, non si sa mai 😍
8 Giugno 2018
Se riesci a ricavare mezza giornata ti assicuro che è un luogo veramente unico, una pace incredibile <3
Tra l'altro buon viaggio e soprattutto buon sentiero del Kumano Kodo 😀 Kyoto e Osaka hai già deciso cosa visiterai?
8 Giugno 2018
Pensa che ho letto questo post (e molti altri del tuo blog, sai che mi piace tantissimo) proprio ieri sera. E ho pensato che bisognerebbe stare in Giappone almeno tre mesi per vederlo bene (tre mesi solo viaggiando, intendo), perché ci sono tanti di quei posti che mi interessano, che tra un po’ non so più dove annotarli… Questo angolo sospeso nel tempo, poi, mi ha ricordato certi paesaggi dei cartoni animati!
8 Giugno 2018
Grazie Ilenia sono contenta che il post ti sia piaciuto! Penso che sia davvero un Paese che non si finisce mai di scoprire, anche solo se si pensa a Tokyo c’è così tanto da vedere e se ci si spinge in certi meravigliosi entroterra ci sono tantissimi paesaggi sospesi nel tempo e luoghi un po’ nascosti da esplorare.
9 Giugno 2018
Che belli questi luoghi poco turistici, dove si respirano la cultura e l’atmosfera del posto.
9 Settembre 2018
sono sempre i miei preferiti! Adoro andare alla scoperta di zona magari un po’ più particolari!!
10 Giugno 2018
è sempre stato il mio sogno sin da bambina il Giappone. Chissà se prima o poi ce la faccio a realizzarlo!
9 Settembre 2018
sono sicura che se fin da bambina è il tuo sogno prima o poi allora riuscirai a vederlo 😀
11 Giugno 2018
Molto bello e profondo questo tuo elogio del Giappone! Fa venire voglia di partire per esplorare le sue zone d’ombra e i suoi scenari naturali! Con te scopro sempre cose nuove su questa terra, mi sa che devo proprio mettermi a pianificare un bel viaggio 😊
9 Settembre 2018
Assolutamente 😀 il Giappone è da visitare prima o poi! Sono contenta questa piccola finestra sulle ombre del Giappone sia stata interessante!
27 Agosto 2018
Ma che meraviglia, sembra un paese magico! Che peccato che ci voglia così tanto per arrivarci, ma penso meriti davvero una visita. Grazie per avermelo fatto conoscere!
9 Settembre 2018
lo è sembra fermo ad un’altra era, una vera meraviglia!! Ne vale assolutamente la pena secondo me!
13 Settembre 2018
Grazie, Stefania, per il tuo consiglio. Cerchiamo di trovare il questo posto bellisimo quando staremo a Kioto in novembre.
16 Febbraio 2019
Siete risciti a visitarlo quando siete andati a Kyoto 😀 per me Kayabuki no sato è un luogo magico perso nel tempo !
17 Settembre 2018
Che bello, questo penso sia un posto dove vedere il Giappone autentico, interessante! Mi fa anche strano che ci siano posti “mal” collegati anche lì, sebbene probabilmente niente in confronto all’Italia 😀 magari per un prossimo viaggio ci farò un pensierino.
16 Febbraio 2019
Io sono rimasta incantata <3 lo consiglio davvero !!
Le zone molto rurali alle volte sono davvero difficili da raggiungere, talvolta non hanno collegamenti se non in macchina, talvolta ne hanno di ridottissimi
21 Settembre 2018
Grazie del bel racconto e delle splendide foto ,segnato il percorso che faro’ senz’altro con la moglie alla fine di questo Novembre ( un giorno su 9 giorni di Kyoto spero di riuscire a trovarlo) ho gia’ visto il sito per la prenotazione del bus da fare , volevo chiederti se tu conoscevi anche qualche posto a Kyoto per affittare un Kimono qualche ora come quello di Tokyo.
Grazie
Tiziano
16 Febbraio 2019
Ciao Tiziano 🙂 sei riuscito ad andare a Kayabuki no sato?
A Kyoto purtroppo no, ma per il futuro mi piacerebbe trovare qualche posticino interessante da proporvi anche per Kyoto.
24 Settembre 2018
ti ho scoperta oggi tramite un consiglio su facebook, mi piacciono molto i posti che consigli.
io vado in Giappone a novembre e vado controttorente,nel senso che non ho messo nè Kamakura nè Nikko, ma Kawagoe, e da Kyoto ho messo Nara e Uji.
ora continuo a leggere i tuoi post e vedo se magari devo aggiungere qualcosa al mio itinerario.
sei bravissima
16 Febbraio 2019
Ciao Alessia ti ringrazio 😀
Come è stato il viaggio in Giappone? Che giro hai fatto alla fine?