5 GIORNI A LISBONA
fortuna) di rischiare di essere inghiottiti da un’orda di turisti da un momento all’altro, è una città che si fa ammirare con calma, lei non ha fretta.
viuzze abbarbicate e se la si osserva dall’alto le case alle volte sembrano mangiarsi l’un l’altra.
hanno spesso ancora la struttura in legno; sono il mezzo di trasporto ideale perché in grado di percorrere le viuzze sali e scendi che caratterizzano Lisbona facendo mirabili rasette a case ed automobili – per la cronaca, se la macchine avessero delle ventose le parchegerrebbero pure sui muri, essendone sfornite si limitano a lasciarle sui marciapiedi e ai lati delle strettissime stradine sopracitate, ti sembra stando a bordo di non poter far altro che finirci contro, ma il tramviere portoghese (razza sadica) all’ultimo secondo ti piazza una rasetta da medaglia d’oro e tiri un sospiro di sollievo.
subitaneo per i portoghesi appena messo piede nella loro patria), il biglietto dell’aerobus per il centro città pagato solo 3.50 può essere usato il giorno seguente per viaggiare GRATUITAMENTE su tutti i mezzi della Carris – la compagnia di trasporti di Lisbona- compreso l’Elevador de Santa Justa, MUST per un turista, il cui
biglietto da solo costa 5 euro.
(che è quella che si vede nella prima foto). Se devo essere sincera ho difficoltà a trovare la metro, è buio e ho appena fatto un viaggio di due ore e mezza, così io e la mia amica ci scarrozziamo la valigia su e giù per la piazza un paio di volte prima di scovarla.
capito il meccanismo il problema non sussite più.
prevede di fare su e giù per la città utilizzando i mezzi di trasporto.
Probabilmente leggendo in giro le recensioni dell’hotel vedrete che alcuni considerano la zona non particolarmente bella, effettivamente si trova in una via popolata solo da negozi arabi e cinesi dall’aria un pizzico trasandata, ma noi andiamo e veniamo senza subire fastidi di alcun tipo, tanto più che la metro è talmente vicina all’hotel che il pezzo da fare a piedi “indifesi” è ridicolmente breve. L’hotel ha dunque il bonus metro a due passi
e se proprio si vuole cercare il pelo nell’uovo: non ci sono ristoranti nelle vicinanze, mangiate in centro anche a cena e siete a posto.
dall’hotel sempre dritto, non potete sbagliarvi neanche volendo).
Alfama è il quartiere più antico della città. Ci si arriva facendo un’impegnativa camminata in salita oppure prendendo un tram che parte da Praça da Figueira e arriva quasi al Castelo de São Jorge.
(il Castelo de São Jorge visto dall’Elevador de Santa Justa)
La strada a ritroso la facciamo a piedi e ci imbattiamo nella Feira da Ladra il mercatino delle pulci che si svolge ogni martedì e sabato nei pressi del Convento di São Vicente de Fora, non è niente di speciale (come invece potrebbe indurre a pensare un nome tanto altisonante), però troviamo un piccolo bar e ci fermiamo per pranzo. Sono dell’idea che i piatti tipici DEBBANO essere sempre assaggiati (il viaggio non è completo altrimenti) e cosa c’è di tipico in Portogallo? Il baccalà, e più precisamente il Bacalhau à Brás.
Dunque baccalà sia.
Quello di questo baretto nascosto si rivelerà il miglior bacalhau à brás della vacanza, porzione abbondante e tutto cucinato sul momento.
Perciò fateci un salto, è esattamente di fronte al convento.
La tappa successiva è l’ Elevador de Santa Justa (ed ecco che il biglietto dell’aerobus fa la sua ricomparsa) ascensore in funzione dal 1901 che dal quartiere di Baixa porta ai quartieri di Chiado e Bairro Alto. L’ultimo piano dell’ascensore offre una vista panoramica della città a dir poco stupenda e si accede ad una passerella che costeggia il Convento do Carmo, la chiesa semidistrutta durante il terribile terremoto che colpì la città nel 1755.
La strada per arrivarci a piedi è davvero davvero lunga, ve lo sconsiglio, anche perché il quartiere già di per se offre una più che abbondante possibilità di scarpinare. Tre sono i monumenti da
vedere: la Torre de Belém (10 euro) , il Monastero dos Jerónimos e il Monumento agli esploratori portoghesi.
Il quartiere è inoltre patria di una squisitezza e -oh guarda- è giusto l’ora di merenda: i pastéis de nata,
altrimenti chiamati Pastéis de Belém.
(Pasticceria Pastéis de Belém dal 1837)
Il terzo giorno trascorriamo la mattina a visitare i quartieri rimanenti, girovaghiamo per il Chiado e il Bairro Alto, anche qui ritroviamo le consuete stradine tortuose, con l’entrata in scena delle tipiche case con i muri in maioliche
(ah non ve l’avevo detto che io e Pessoa siamo amici di lunga data? Qui sopra in una delle nostre tipiche uscite sorseggiamo un caffettino)
l’acquario più grande d’Europa. Visitatelo, è semplicemente favoloso, l’acquario di Genova in confronto vi sembrerà la boccia dei pesci in salotto. L’Oceanario si trova nel quartiere più moderno della città, dovete prendere la metro per arrivarci e farvi un bel pezzetto a piedi, ma ripeto: ne vale la pena. Tutto in questo quartiere è l’esatto opposto del centro storico, colori neutri, forme all’avanguardia, spazzi aperti, il signore incontrastato è l’ordine.
fauna marina, ciò che ho trovato particolarmente bello è che spesso a separare gli animali dal visitatore c’è solo una balaustra trasparente non molto alta, che evita quel triste effetto inscatolato.
amêndoas mi esce così male che scoppia a ridermi in faccia di gusto (vuoi un pugno? Non mi importa di rovinare quel tuo bel faccino) poi mi sorride e tenta di insegnarmi la pronuncia giusta (ok, forse ti perdono) ripeto diligente e mi sorride ancora ( ooook, smettila di abbagliarmi, ti perdono, ti perodono).
speranza di riuscire a fare in tempo per entrare al Cristo-Rei, costruito a imitazione di quello ben più famoso di Rio de Janeiro).