Oggi prima lezione alla Akamonkai (la scuola di lingue in cui seguirò il corso di Giapponese).
La scuola si trova a Nippori, in una zona sonnacchiosa che pare un piccolo villaggio nella grande metropoli, la gente va e viene con tranquillità, non c’è frenesia in questa parte di Tokyo.
La scuola è davvero bella, organizzata, e di livello, e non posso che essere contenta della scelta fatta. La professoressa è una signora giapponese dalla risata genuina, piccola di statura ma grande nell’entusiasmo dell’insegnare.
I compiti sono molti ed è richiesto un certo impegno, ma sono qui per migliorare e spero di riuscirci. Le ore di lezione passano in fretta, mai pesanti, e si fa molta conversazione: come ogni lingua, e forse più di altre, il giapponese ha bisogno di molta pratica ma soprattutto di pazienza. Riempire fogli fitti di kanji, un tratto dopo l’altro, più e più volte e sfruttare ogni occasione per impratichirsi nella conversazione.
Finite le lezioni alle 16.30 scegliamo come meta Ikebukuro con la scusa di andare a prelevare al SevenEleven
che si trova non lontano dalla stazione (dato che al Family Mart sotto casa non siamo riuscite), e poi fare la spesa da Daiso (uno hyaku en shop- un negozio a 100 yen,) e fare nel frattempo una passeggiata in un quartiere ancora inesplorato.
Ikebukuro è un quartiere attivo, un pò come Shinjuku, ma anche luogo di otaku, un pò come Akihabara, e
infine sede di divertimenti (sale giochi, karaoke) che animano la vita notturna tokyota, e centri commerciali.
La giornata è grigia, una pioggerellina fine scende senza posa bagnando le strade, così i
colori sfumano e si riflettono.