~ Una raccolta di storie casuali, buffi aneddoti, fotografie per mostrare com’è la vita quotidiana in Giappone ~
1. Ricordo ancora la prima volta che sono entrata in un supermercato giapponese e la sensazione di totale spaesamento di fronte alla miriade di scatole totalmente sconosciute, iper colorate, ricoperte di scritte e talvolta dal contenuto nemmeno così chiaro.
Pensate soprattutto di trovarvi di fronte a cibi che per la maggior parte non avete mai acquistato e di cui potete solo provare a immaginare il gusto. L’increscioso compito della spesa andava comunque svolto e così spesso, in vena di avventure estreme, provavo a comprare delle cose a caso al supermercato.
Alle volte mi andava bene, il che conduceva a grandi scoperte culinarie, altre mi andava davvero male e in quei casi ho rischiato più volte (inconsapevolmente) di autoavvelenarmi.
armonia, e invece … perché zuppa alle vongole hai voluto tradirmi in questa maniera? Ci sono rimasta male, sappilo zuppa alle vongole.
qualcosa puntualmente non saprà affatto di cheesecake, no neanche lontanamente. Ma questo l’ho imparato al costo di tristi esperienze gustative, in cui pensando che il tortino fosse un errore, uno strano scherzo della natura, ho voluto diabolicamente perseverare più e più volte nell’acquisto di cose al gusto cheesecake per poi arrendermi di fronte all’evidenza che, no, per i giapponesi era quella l’equazione: cheesecake = formaggio e basta, e da lì non si scappava.
cioccolato?
E il verdetto è che ….. niente, sanno solo di cioccolato.
Che delusione …
un pomeriggio alcune delle commesse di Starbucks decidono di lasciarci dei messaggini sui
bicchieri con tanto di panda (il simbolo di Ueno) disegnato sopra.
Uno dei luoghi in cui amavo andare a studiare era proprio lo Starbucks dentro al Parco di Ueno.
Si potrebbe usare l’aggettivo magico per quello che non è altro che l’ennesimo negozio di una multinazionale americana?
Ogni passo da casa allo Starbucks, su per la scalinata dell’uscita est della stazione di Nippori, infilandosi tra piccole casette e templi silenziosi, giù per il cimitero di Yanaka, fino a quando gli alberi del Parco giungevano ad accogliermi e infine dentro quella piccola baita di legno: il mio Starbucks dalle grandi vetrate e la loro vista su una Tokyo quieta e verde.
Ho visto tramonti di fuoco da quelle finestre, ho impilato kanji su kanji, ho sentito la pelle rabbrividire una volta riemersa nel mondo esterno a contatto con l’aria frizzante e calda dell’estate giapponese, ho ascoltato le cicale cantare e le risate dei bambini. E sì, sarà anche l’ennesimo Starbucks ma per me di certo non è uno Starbucks qualsiasi.
il fatto che dopo un pò che ero a Tokyo hanno cominciato a partirmi solamente pubblicità in giapponese su youtube, ovviamente ha senso che sia così, ma non me lo aspettavo comunque, e in realtà mi rendeva felice, mi faceva sentire come se stessi vivendo realmente in
Giappone anche se effettivamente ci vivevo, ma così era come viverci ancora di più (la mia mente è complicata, non fateci caso).
esserci il raduno degli studi dentistici e un giorno passando davanti ad uno di questi, mi cade l’occhio sull’entratina piena di scarpe per terra.
Al bando i calzini bucati in Giappone, perché non si sa mai quando vi capiterà di dovervi togliere le scarpe.
I giapponesi davvero non si fanno problemi, se c’è da pubblicizzare un profumo lo fanno, se si tratta di un film idem (e fin qui niente di strano), ma pari diritti di “apparizione pubblicitaria” vengono concessi anche a anime, manga, improbabili mascotte della qualsiasi cosa e qualunque altra assurdità vi possa venire in mente.
Il Giappone è il Paese delle pari opportunità pubblicitarie e questo mi causa profonda commozione.
Che si firmino petizioni, che si organizzino marce, alla mano fiaccole e forconi.
Anche noi italiche fanciulle abbiamo bisogno di un Teyang di 15 metri, mezzo nudo, nella nostra vita di tutti i giorni.
Credo farebbe la differenza.
“Quindi adesso lavori in banca? E cosa hai studiato?”
“Filosofia”
“Filosofia?” (ho sentito davvero bene?)
“Sì, in realtà inizialmente studiavo economia, ma più andavo avanti nello studio più mi rendevo conto di quanto l’economia avesse a che fare con la politica, così sono passato a studiare politica, man mano che studiavo politica ho realizzato quanto avesse a che fare con la filosofia e alla fine mi sono laureato in filosofia”
“E adesso lavori in banca?” (lo richiedo giusto perché magari mi sta prendendo in giro e non devo sentirmi un’italiana miserrima che a 22 anni va all’università e basta)
“Sì, al mio capo è piaciuto il mio modo di ragionare e mi ha assunto”
…
Ed ecco quello che pensavo realmente mentre il caro Sohei raccontava la magica storia della sua assunzione:
In Italia col cavolo che dopo aver fatto filosofia ti assumono in banca *inserire disperazione*
A 23 anni in banca poi ? *risata isterica*
Trattoria di Pesce Pappare Italia, notare
anche il logo a tema, con un pesce che sembra quello inquietante di Alla ricerca di Nemo, e che pare stia per mangiare o emettere (lascio a voi l’interpretazione) delle P volanti. Credo di aver riso di più solo la volta di: “Oh per un tiro di vendemmiai”
al fondo di questo post, in cui mostro le frasi scritte sulla vetrina di una vineria “italiana”, non ve ne pentirete →frasi assurde in italiano).
meravigliosa, inimitabile (e meno male), inimmaginabile (e facciamo che resti inimmagginata al di fuori del Giappone) pizza alla cipolla rossa, arance e limone.
Penso che se non avessi fatto una foto, pur sapendo di aver visto una simile oscenità, stenterei a crederci
pure io … non so, gli agrumi faranno tanto Italia? Cosa abbia portato alla scelta di un abbinamento di sapori del genere resterà per sempre un arcano mistero.
mozzarella-panda che vendono ad Ueno??
Non ho avuto modo di assaggiarla ma dalla foto non sembra niente male e poi è risaputo non si dice di no al panda.
per la prima volta il drama “My Boss My hero” dietro consiglio di Ale e dopo la visione siamo così fomentate e prese male che decidiamo di andare a cercare al
supermercato del budino al mango solo per metterci a mangiarlo sedute come fa sempre il protagonista del drama e fare conseguente foto idiota.
udon immerso in delizioso curry giapponese.
vita e senza non si campa.
“esplodere” proprio come indicato dalle onomatopee
precedentemente citate.
che con instancabile insistenza mandano il messaggio pubblicitario a un volume che neanche una discoteca.
Direi che ci ho guadagnato vero?
12. Accade mentre facciamo beatamente shopping da Forever21, dalla strada sentiamo provenire un rumore di musica tradizionale e tamburi.
Così, perché di farmi i fatti i miei come il resto dei clienti non se ne parla, mi infilo tra gli stand attaccati alla vetrata del secondo piano del negozio e questo è quello che mi si presenta davanti:
hanno deciso di fare una processione in stile matsuri nel bel mezzo di Shibuya con tanto di palanchino e danzatori in abiti da festa.
E’ la magia del Giappone, che consente alla tradizione di infilarsi anche nei suoi luoghi più moderni. Permette ai suoni e ai colori di feste dal sapore antico di invadere gli spazi tipicamente occupati da musica pop e grandi catene di negozi e lo permette in una maniera così incurante da non lasciare dubbi sul fatto che il Giappone non abbia un unico volto, ma che ne abbia mille, visi meravigliosi, totalmente differenti e capaci di coesistere in armonia.
13. L’affollarsi dei salarymen sulle banchine della stazione di Ueno, la marea indistinta di pantaloni neri, camicie bianche e valigette rigide in attesa della Yamanote è una scena talmente ordinaria da risultare ai miei occhi di una bellezza dolorosa. Perché del Giappone apprezzo la tremenda meraviglia, l’aria dimessa, gli eccessi, ma anche la semplice
vita quotidiana.
Ed il grande esercito di uomini e donne in procinto di andare a lavoro non è altro che uno degli scenari più caratteristici e quotidiani dell’immensa e complessa capitale giapponese.
Spero che questo insieme di racconti di vita quotidiana vi sia piaciuto ☆*:. o(≧ ▽ ≦)o .:*☆
Fatemi sapere cosa ne pensate e se qualcosa vi ha colpito particolarmente.
Potete leggere la PRIMA PARTE qui→ Storie di vita quotidiana in Giappone ~ parte 1
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